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Se l’AI simula la scrittura manuale

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Se l’AI simula la scrittura manuale

i rischi connessi al falso

L’intelligenza artificiale (AI) offre strumenti avanzati per replicare la scrittura manuale, ma solleva preoccupazioni etiche e legali. Questo articolo esplora l’impatto dell’AI nelle scienze forensi, i rischi di falsificazione documentale e le soluzioni innovative per la verifica dell’autenticità, sottolineando l’importanza di un uso etico e responsabile della tecnologia

L’intelligenza artificiale (AI) si è introdotta nel nostro quotidiano con la finalità di automatizzare alcuni processi e semplificare azioni semplici o complesse come la creazione di testi o l’analisi di grandi quantità di dati.

Ad oggi l’AI è utilizzata massicciamente per processare informazioni provenienti dagli utenti e «profilare» i soggetti in base a scelte, gusti, preferenze, anche in modo inconsapevole da parte di questi ultimi.

Alcuni processi automatici di uso comune, come il completamento automatico di testi o la creazione di diapositive, si avvalgono dell’ausilio dell’intelligenza artificiale.

Sono innumerevoli le app che sfruttano l’AI nelle più disparate attività quotidiane e ciò impone una riflessione sia da parte degli utenti sia da parte di professionisti che si avvalgono di tale tecnologia per implementare numerose attività.

L’impatto dell’AI nelle professioni forensi

L’introduzione dell’Ai sta coinvolgendo in modo prepotente tutti i settori, impattando in modo inaspettato in numerose attività professionali. Le scienze forensi sono forse il settore maggiormente esposto a criticità perché l’ampia diffusione di contenuti «artificiali», cioè creati con AI, mette a rischio l’accertamento della verità e lo smascheramento del falso, ambito nel quale operano, in particolare, i grafologi forensi.

D’altra parte, è innegabile che in tutte le professioni che si occupano di indagare sul “falso”, soprattutto nei documenti, già da tempo è stato necessario adeguare l’indagine alle nuove modalità di condivisione documentale. Ad esempio, la trasmissione della documentazione avviene sempre più spesso in formato digitale e tramite nuovi canali di comunicazione (whatsapp, email…) con incremento dei rischi di manipolazione ed alterazione.

La facile circolazione di documenti permette anche una maggiore reperibilità da parte di soggetti interessati ad un uso fraudolento: il semplice invio del documento d’identità per un acquisto on line può essere una strategia per un furto d’identità.

Di qui il maggiore rischio di contraffazioni sofisticate, non rilevabili solo dall’esame dell’immagine relativa ad una manoscrittura. Tale rischio diventa particolarmente insidioso nei casi di clonazione assegni[1]

Tenendo conto delle maggiori criticità legate alla nuova tecnologia, l’AI può essere analizzata sotto un duplice aspetto:

  • opportunità di ricerca e studio delle nuove metodologie di “creazione” del falso;
  • ausilio nello smascheramento del falso grazie alla velocità di processazione dei dati e uso di sistemi matematici/statistici;
  • L’AI nella grafologia forense

    Nell’ambito della grafologia forense i rischi legati all’AI sono molteplici in quanto il dubbio che i documenti sottoposti a verifica siano falsi è alla base dell’investigazione.

    Attualmente l’indagine grafo-peritale prevede necessariamente un’indagine documentale in quanto si lavora sempre più spesso su documenti digitali. Anche in caso di documenti che si presumono di certa provenienza, l’autenticità è messa in discussione (es. documenti di riconoscimento).

    La facile creazione o fotocomposizione di documenti richiede una maggiore preparazione in tema di falso ad ampio raggio, che coinvolge anche la conoscenza di idonei strumenti software per smascherare le alterazioni.

    Con l’AI sembra cambiare il paradigma di osservazione per il grafologo forense: mentre prima, su carta, l’osservazione era tattile e mediata da strumenti (lampade UV, infrarosso etc.) adesso la priorità si sposta ad un approccio di esame documentale con attenzione ai font, alla collocazione spaziale, alla colorazione dei caratteri e dello sfondo ecc (possibile manipolazione dell’immagine).

    Sempre più spesso è necessario acquisire informazioni sui format originali, ad esempio marchi, loghi, timbri, in quanto la falsificazione può essere realizzata anche attraverso immagini ingannevoli apparentemente simili alla modulistica originale, ma con piccole divergenze apprezzabili solo attraverso confronti mirati.

    D’altra parte, se è vero che l’uso della strumentazione tradizionale non è più sufficiente, va considerato che l’AI può essere utilizzata anche per analizzare i dati raccolti attraverso esami approfonditi in microscopia (es. misurazione solco pressorio) oppure per analizzare gli inchiostri[2].

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