Falso documentale, come si fa al tempo dell’AI
i racconti degli esperti
Quattro professionisti delle analisi forensi e un adolescente in grado di falsificare i documenti spiegano come è cambiato il mondo dei documenti falsi, come si individuano e quali tecniche vengono usate
Connettività globale e presenza pervasiva delle tecnologie informati che non cambiano radicalmente solo l’economia, la società e la comunicazione, ma cambia ed evolve di pari passo anche la falsificazione di documenti.
Risultano in aumento casi di truffe e di falsificazione documentale, agevolati dal facile uso di software di fotoritocco o manipolazione di immagini, che rendono spesso difficilmente riconoscibile il falso. Attraverso le spiegazioni di cinque esperti, vediamo quali sono i casi più frequenti in Italia e soprattutto qual è lo stato dell’arte in tema di falsificazione.
La realtà attuale mostra una dicotomia apparentemente inconciliabile tra la facilità del raggiro e la scarsa reattività dei potenziali destinatari, un anomalo contrasto tra abili truffatori e soggetti inconsapevoli che vivono come in una comfort- zone, creando un terreno fertile per possibili truffe.
Metodologia dell’approfondimento
Sono stati intervistati quattro esperti italiani che operano a stretto contatto con le attuali tipologie di falso: Davide Capsoni, esperto di falso documentale presso la polizia locale di Milano, Francesco Dellavalle (tecnico elettronico) già amministratore unico di Forinst, che si occupa, attraverso apparati e relative metodiche, di individuare il falso documentale, Giovanni Bottiroli già direttore di ricerca CNR, docente dipartimento di biotecnologie Università di Pavia, chimico esperto in tecniche analitiche per la datazione degli inchiostri e Sergio D’Amore, titolare della CIA investigazioni. Il quinto intervistato è un adolescente capace di creare documenti falsi.
Nel corso delle interviste sono state discusse le varie modalità di realizzazione degli attuali falsi, ma anche lo stato dell’arte nello smascheramento delle falsificazioni e l’uso delle nuove tecnologie per aggirare i controlli.
Sono stati affrontati i diversi aspetti tecnici e operativi legati al falso nelle sue molteplici declinazioni, sia sotto il profilo della creazione che dello smascheramento, soprattutto in relazione agli accertamenti tecnico-peritali che vengono demandati agli esperti del settore, sia grafologi forensi che ausiliari in ambito chimico o metrologico.
La falsificazione dei documenti d’identità
Secondo Davide Capsoni, la casistica trattata dalla polizia locale è prevalentemente relativa a documenti di riconoscimento e le caratteristiche del falso possono essere così sintetizzate:
– il maggior numero di falsi riguarda documenti di riconoscimento o patenti di guida italiane ed estere;
– spesso vengono falsificati i passaporti o altri documenti per l’espatrio;
– i documenti vengono usati in copia sia in ambito pubblico che privato;
– sono frequenti contraffazioni di assegni sia con manomissione dati sia con riproduzione fedele del titolo (anche lasciando appositamente gli spazi da riempire).
L’uso sempre più frequente di documenti in copia o digitalizzati comporta una maggiore facilità di falsificazione, in quanto gli enti pubblici o privati spesso richiedono l’invio dei documenti tramite scansioni, foto o digitalizzazioni. Ne consegue che anche gli accertamenti vengono effettuati, nella quasi totalità dei casi, su copia.
Le tecniche utilizzate per il riconoscimento dei falsi seguono diversi standard: riconoscimento su originale, riconoscimento su copia e un settore a parte per falsi digitali Gli accertamenti tradizionali si basano sul confronto analitico rispetto ai format originali e con determinati strumenti atti a rilevare le anomalie.
Il ruolo dell’AI