Connessi e vulnerabili
conoscere e contrastare la violenza digitale
La violenza digitale, espressione di comportamenti aggressivi online, minaccia la sicurezza psicologica e fisica delle vittime. Comportamenti come il cyberbullismo e il revenge porn evidenziano l’urgenza di strategie educative e normative per arginare un fenomeno che colpisce soprattutto i giovani, compromettendo la loro vita reale e digitale
La crescente diffusione della comunicazione online impone una riflessione sullo spostamento degli atti criminosi e violenti dalla dimensione “reale” a quella virtuale.
È innegabile che negli ultimi anni il fenomeno della violenza digitale abbia assunto proporzioni allarmanti e, nel contempo, diviene spesso difficile da arginare e da combattere, in quanto il controllo sui contenuti online è spesso insufficiente o inefficace, anche a causa dell’ampia diffusione di messaggi violenti che non vengono riconosciuti come tali e impattano in modo particolare sulle fasce più giovanili della popolazione.
Secondo la definizione dell’antropologa F. Héritier la violenza è “ogni costrizione di natura fisica o psichica. che porti con sé il terrore, la fuga, la disgrazia, la sofferenza, o la morte di un essere animato, o ancora qualunque atto intrusivo che abbia come effetto volontario, o involontario l’espropriazione dell’altro, il danno o la distruzione di oggetti inanimati”.
Il termine violenza digitale, in realtà, riassume in sé una molteplicità di comportamenti, da quelli marcatamente violenti (aggressioni, minacce) a quelli manipolatori, discriminatori o rivendicativi (minacce, ricatti, offese a base razziale o di genere), ma include anche l’uso di espressioni denigratorie e offensive o la ridicolizzazione basata sul genere, comportamenti verbali che vengono tollerati o ritenuti tollerabili specialmente sulle piattaforme fruibili online.
I tipi di violenza digitale
L’evoluzione tecnologica in chiave digitale ha generato nuove forme di violenza perpetrate – e talvolta agevolate – con l’uso della comunicazione online. Tuttavia, la matrice dei comportamenti violenti rimane immutata, e include sempre l’aggressione alla vittima, considerata fragile per caratteristiche oggettive o soggettive, come nel caso della violenza contro le donne (violenza di genere) o il cyberbullismo.
I nuovi reati digitali si basano soprattutto sulla distribuzione o condivisione di contenuti personali (dati, immagini, video intimi) più o meno espliciti, senza il consenso della vittima. L’obiettivo è quello di danneggiare e umiliare la vittima, facendo leva sulla facile, ampia o incontrollata diffusione del materiale condiviso, sulla quale la vittima non può esercitare alcun controllo.
Talvolta la violenza presenta i caratteri della persecuzione, che viene esercitata su piattaforme digitali attraverso la sorveglianza continua ed indesiderata on line, ma anche con l’intrusione nella sfera personale e il controllo persistente delle attività e dei contatti della vittima.
Spesso gli atti violenti includono aggressioni verbali, minacce, intimidazioni, molestie o diffusione di informazioni false, commenti denigratori basati su discriminazione razziale o di genere.
Tra gli atti persecutori rientra anche la divulgazione pubblica di informazioni personali relative ad un soggetto, senza il suo consenso (dati sensibili, indirizzi o dettagli sulla vita personale).
I più frequenti reati digitali includono quindi:
La pericolosità della violenza virtuale è strettamente legata all’ambiente in cui si manifesta e all’ampia diffusione delle attività “online”, in quanto si realizza attraverso atti e comportamenti dannosi perpetrati tramite mezzi digitali, tra cui piattaforme di social media, forum online, app di messaggistica e ambienti virtuali di gioco.
Leggi di più