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Dal papiro al pixel:

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Dal papiro al pixel:

l’IA svela i segreti delle scritture perdute

La scrittura, da Platone ad oggi, è vista come tecnologia. L’AI ne amplia il potenziale, decifrando testi antichi e migliorando la fruizione della grafia. Un viaggio alla scoperta di nuove forme espressive

Platone fu il primo filosofo a definire la scrittura come tecnologia, perché considerata un’appendice esterna rispetto al corpo umano, rispetto all’espressione viva del linguaggio parlato.

In realtà proprio tale caratteristica “tecnologica” ha determinato la possibilità di ricostruirne la storia: dal graffito alla pittura, dal punzone alla roccia, fino alla grafia digitale.

«Questa conoscenza, o re, renderà gli egizi più sapienti e più capaci di ricordare, perché con essa si è ritrovato il farmaco della memoria». Fedro 274a-275 a

Le numerose trasformazioni della storia della scrittura sono state comprese dagli studiosi grazie ai fattori tecnologici che le accompagnano: cambiamenti di supporti, mutamenti di strumenti per tracciare i segni, uso di nuove applicazioni hardware e software. Oggi è proprio grazie alla tecnologia che potranno essere portati in luce testi antichi e interpretati o decifrati testi attuali.

Nel corso del tempo la scrittura come invenzione ha accelerato la capacità dell’uomo di conservare le informazioni, anche se, come preannunciato da Platone riconoscendone la sua natura di “appendice esterna”, la scrittura potrebbe portare al rischio dell’oblio: “produrrà dimenticanza nelle anime di coloro l’avranno imparata, perché non fa esercitare la memoria” cfr Fedro

Di fatto, l’attuale società digitale utilizza applicazioni basate sull’intelligenza artificiale come estensione della propria mente e ciò ha prodotto inevitabilmente la perdita della capacità di orientarsi nel mondo senza dispositivi tecnologici. L’uomo moderno è ormai costretto ad un incessante salvataggio dei propri pin, password e codici al fine di non perdere la sua identità digitale per accedere al mondo.

Nonostante ciò, è proprio la consapevolezza del valore della scrittura e di come in qualsiasi cultura sia stata utilizzata non solo per trascrivere pensieri già formati, ma per dare forma a pensieri più vasti, che spinge a nuove sfide anche nell’epoca attuale.

Il sottile legame che lega la scrittura al concetto di tecnologia apre infatti le porte a sofisticati modelli di AI che potranno non solo decodificare testi finora sconosciuti, ma anche rendere più fruibile e versatile la scrittura manuale attraverso la digitalizzazione.

L’applicazione dell’AI generativa nelle scienze umane

L’avvento dell’intelligenza artificiale sta rivoluzionando molti settori produttivi e numerosi ambiti scientifici, creando i presupposti per una nuova costruzione del sapere, basata sull’integrazione tra diversi approcci di studio.

L’applicazione dell’AI nella ricerca ha avuto un impatto significativo soprattutto nella catalogazione e processazione di dati, essendo una tecnologia che – anche nelle nuove funzioni di AI generativa – si basa sull’immissione di una grande quantità di dati da parte dello sviluppatore.

E’ innegabile che l’AI di ultima generazione, pur simulando il funzionamento dei circuiti neuronali umani, non potrebbe svilupparsi senza un’adeguata “programmazione” dell’uomo, e dovrebbe essere tenuto a mente che lo scopo di tale tecnologia è quello di essere – e restare – al servizio dell’uomo e non viceversa[1] .Del resto come afferma il teologo Paolo Benanti “La differenza tra noi e la macchina è nella consapevolezza” [2]

L’intelligenza artificiale si basa su funzioni matematiche e necessita di programmazione e addestramento con algoritmi che inducano il software ad agire simulando connessioni cerebrali. Tuttavia, l’evoluzione dell’AI “generativa” si è spinta fino ad acquisire, attraverso l’addestramento, capacità generative di contenuti, avvicinandosi sempre di più alla creazione umana.

La componente “creativa” dell’AI di ultima generazione ha creato i presupposti per un avvicinamento, fino a qualche tempo fa ritenuto impossibile, tra tecnologia ed espressione artistica, e ciò sia relativamente alla creazione di contenuti scritti che visivi (scrittura e arte).

Se tale avvicinamento ha creato il dilemma sul valore artistico della creazione con AI, in quanto è emerso il rischio che l’uomo si appropri di contenuti generati artificialmente senza alcun contributo fattivo, è innegabile che l’interazione tra uomo e AI può amplificare in modo esponenziale le potenzialità creative e generare nuove forme espressive ma anche nuove modalità di studio e ricerca.

La scrittura è uno dei settori in cui l’AI ha avuto maggiore applicazione, sia perché in grado di creare contenuti a partire da minimi input dell’uomo, sia perché l’apprendimento automatico ha consentito di decifrare testi scritti manualmente e riprodurli in carattere di stampa, agevolandone la fruizione e la condivisione.

l’AI e la scrittura manuale: i software per decifrare la manoscrittura

Una delle applicazioni più comuni dell’AI in abbinamento con i manoscritti è lo sviluppo di software che consentano di facilitare la creazione di appunti e/o la trasformazione delle note manuali in documenti digitalizzati.

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